Intervista a Patrizio Ihle
di Fabio Sanna e Michele Neri
La Verde Stagione, gruppo di Prato formato da Patrizio, Lando e Luca Ihle e da Fabrizio Innocenti, incise alcuni singoli con altre denominazioni in piena epoca beat e debuttò alla Numero Uno (da ora in poi N1. Ndr), nel 1969 con il singolo La verde stagione/Lacrime sul cuscino. Nel 1970 seguì il singolo Milioni di domande (Questions)/Come una rondine, nel 1971 Senza Elisa/Stella stella e, infine, nel 1972 pubblicarono L’onesta/Al Nord. Furono considerati dalla N1 come gruppo di punta dell’etichetta stessa, ed ebbero periodi di alterna fortuna. Fra le loro apparizioni televisive sono certamente da menzionare quello in cui accompagnarono Battisti in “Tutti insieme” e alla tv svizzera oltre agli spot della Coca-Cola. Ma poi? Scopriamolo in questa intervista con Patrizio Ihle, chitarrista e compositore del gruppo che, con il suo splendido accento toscano, ci racconta le sue esperienze all’interno della N1… e non solo…
Dopo aver dato il benvenuto a Patrizio, cominciamo con la prima domanda. Quali sono state le prime esperienze musicali che hanno determinato la nascita de La Verde Stagione?
Avevo un complessino per conto mio, Luca e Lando, i gemelli, ne avevano uno per conto loro ed avevano già inciso qualcosa con la Ricordi e suonato anche in un gruppo con Pappalardo; accadde che durante un concorso internazionale di chitarra ad Ischia partecipammo assieme e vincemmo la medaglia d’oro. Era presente anche Alberto Anelli a cui piacemmo molto e che ci presentò Christine Leroux, la francesina che aveva scoperto Lucio Battisti, portandolo da Mogol, il quale mi disse che una volta stava cercando un personaggio per contrastarne un altro, aggiunse che quel personaggio lo aveva trovato in Lucio. Gli chiesi chi fosse l’artista da contrastare, mi guardò sorridendo come solo lui sa fare e disse: «Adriano!».
È nota la vostra collaborazione con Gian Piero Reverberi, anche Battisti ha partecipato a qualche vostra incisione?
Tutti gli archi li scriveva Reverberi, a volte riprendendo parti abbozzate da me (un grande onore che Giampiero utilizzasse piccole cose scritte da me). Lucio invece veniva sempre in sala con noi, ma non ci seguiva direttamente anche perché non aveva tempo. Era infatti il produttore e l’arrangiatore della Formula 3, un gruppo che lui aveva fortemente voluto alla N1. Ricordo però quante volte interveniva nella pre-produzione dei nostri dischi, una volta per esempio stavo sottoponendo un mio pezzo, che avremmo dovuto incidere col gruppo, ad Alessandro Colombini, il noto produttore, il quale non fu assolutamente convinto dell’efficacia della canzone. Andato via Colombini, Lucio mi disse che lo svolgimento di una canzone doveva essere come un incontro amoroso: una donna la coccoli, l’abbracci, la stringi un pochino, fino a quando ci fai l’amore. Il pezzo deve partire in maniera soffusa e poi crescere, crescere, fino a sfogare nel ritornello, dove devi dare il massimo…
Un “orgasmo musicale”, quindi?
Sì, un orgasmo musicale!
Esiste un quinto singolo Io e te come prima/Solo sulla spiaggia del dicembre 1972, perché non è mai stato pubblicato?
Mi ricordo di materiale rimasto in sospeso, non completato, così come ricordo canzoni che ci facevano incidere e che a noi non piacevano e che non sono mai state pubblicate. Non ricordo, però, i titoli precisi di queste registrazioni.
È mai stato previsto un vostro album?
Sì, era in previsione ed era anche a buon punto la realizzazione, però c’erano dei dissidi interni nel gruppo e tra noi e la casa discografica sul tipo di musica da proporre. La N1 premeva affinchè continuassimo su un genere che noi consideravamo troppo melodico, mentre io ero orientato verso un rock più basato sulla chitarra. Tempo dopo, Colombini, che non era più produttore alla N1, avendo litigato con Mogol, ci venne a sentire dal vivo a Mestre; finito il concerto mi disse: «Caspita, se avessi saputo che eravate così bravi a suonare, vi avrei fatto fare un altro genere alla N1», ridendo risposi: «Ma vaffa…. va!». Dopo quell’incontro, Colombini, ci produsse un singolo come lo volevamo fare noi, ma a quel punto si fece con la Ri-Fi e con una denominazione del gruppo differente (Tavola Rotonda. NdR). Proprio in quella occasione, Tonino Ansoldi, il direttore artistico della Ri-Fi (ex marito della Zanicchi), ci propose di andare a Sanremo, ma noi rifiutammo sdegnati. Che imbecilli!
La Verde Stagione venne annunciato come gruppo di punta della N1, perchè, in seguito, siete stati messi da parte?
È dipeso in gran parte da noi, il nostro produttore credeva molto nel gruppo e in particolare nella voce di Lando, diceva che aveva un timbro che poteva suscitare amore oppure odio, piacere da matti, oppure fare schifo.
Lucio Battisti definì una volta Lando il miglior cantante italiano del momento, ma nonostante tutto questo continuavano a premere affinchè il nostro repertorio rimanesse sul genere melodico, la cosa mi scontentava perché mi impediva di esprimermi come chitarrista solista. Per esempio per il primo disco intitolato proprio La Verde Stagione, avevo scritto tutto l’arrangiamento con la chitarra; la produzione però voleva un suono più “pomposo” e chiamò Reverberi affinchè sovraincidesse l’orchestra sulla base ritmica da noi preparata.
Avete partecipato alla trasmissione “Tutti insieme” in veste di musicisti e coristi, così come Edoardo Bennato, perché non avete suonato un pezzo vostro (così come uno di Edoardo o di Sara)?
Molte trasmissioni a cui ho partecipato non le ricordo, però ne ho bene in mente una dove eseguimmo insieme a Lucio Proud Mary, che a lui piaceva tantissimo…
Esatto, “Tutti insieme”…
Non ricordo perché non presentammo un pezzo nostro, forse il tempo a disposizione non bastava per tutti e i produttori della N1 avevano dovuto scegliere chi spingere.
Una scelta “politica”, quindi?
Hai usato il termine esatto: una scelta “politica”.
Avete mai suonato nei dischi di altri artisti della N1?
Della N1 no, ma registrammo le basi di un intero album della Vanoni.
Ti ricordi il titolo di questo album, oppure, di qualche canzone?
Ci davano lo spartito, il Reverberi ci diceva qual era il tempo di esecuzione e noi sapevamo a malapena a chi serviva quella base. Ricordo che ci pagarono 12.000 Lire l’ora, che a quei tempi era una signora cifra!
Avremmo potuto registrare altre basi, ma eravamo perennemente in giro a suonare ed eravamo, oltretutto, di Prato lontani, quindi, da Milano. Gli altri componenti dei complessi della N1 li chiamavano per fare i turni di registrazione perché erano lì. Ricordo Radius e gli altri della Formula 3, ah ricordo bene anche Mussida che una volta vidi veramente inferocito, perché aveva portato una bobina con il provino di Impressioni di settembre, cantato in finto inglese affinchè Mogol potesse realizzare il testo italiano. Mi aveva detto: «Ihle, ti faccio sentire un pezzo in anteprima». Si girò per prendere la bobina e questa non c’era più. Diventò verde dalla rabbia, cominciò ad urlare finchè dopo circa mezz’ora non la ritrovò. La ascoltammo assieme e devo dire che l’arrangiamento era già, praticamente, quello definitivo. Ho un bel ricordo dei ragazzi della PFM, tutti, che oltre ad essere dei signori musicisti erano anche delle brave persone. Con Franz Di Cioccio avevo l’impressione di trovarmi davanti ad un vero gentiluomo, sempre disponibile.
Cosa ricordi delle vostre apparizioni alla tv svizzera assieme a Lucio Battisti, Mario Lavezzi, Edoardo Bennato e i Computers?
Non ricordo bene, forse è quella dove Lucio, durante la pausa pranzo, prese la chitarra di Lavezzi e mi chiese di accompagnarlo in un blues improvvisato al quale si accodarono, immediatamente, tutti gli altri. Sentir suonare Lucio e cantare con trasporto quel blues, non è una cosa che si dimentica facilmente, non era un chitarrista particolarmente tecnico, ma aveva una “mano” notevole, un senso del ritmo incredibile.
Cosa abbiamo esattamente suonato durante la trasmissione non lo ricordo. Perché dalle immagini non si capisce?
Non le abbiamo mai viste, sembra che le pellicole siano state mandate al macero.
Le han buttate? Porcaccia miseria!
Un’altra trasmissione che ricordo di aver fatto con Lucio, fu “Chissà chi lo sa?”, alla fine del 1970, andammo assieme con la sua Fiat 500, eseguì Emozioni e Anna utilizzando la mia chitarra. Alla fine mi rimproverò perché era leggermente scordata. Gli risposi: «Ma che cacchio te ne frega, eri in playback?», mi guardò sorridendo, ma sapevo quanto era pignolo su queste cose. Subito dopo mi chiese quale delle due canzoni mi era piaciuta di più, risposi che mi era piaciuta Anna e lui mi disse: «Anna??? Ihle, mi meraviglio di te Emozioni è un gran pezzo». Il tempo gli ha dato ragione, ma all’epoca Anna era più rock, più vicina al mio modo di “sentire” la musica, l’altra invece, era più raffinata, aveva bisogno di più ascolto.
Un altro mio errore di valutazione avvenne durante una riunione alla N1, in cui ci fecero ascoltare Questo folle sentimento della Formula 3. Chiesero a tutti i presenti un giudizo e io dissi che mi sembrava un “pezzettino” leggero, leggero. Lucio, che era seduto accanto a me, mi diede una gomitata e disse ad alta voce «Che c…. dici, questo va primo in classifica». Oh, gli aveva ragione!
Hai qualche aneddoto riguardo ai caroselli realizzati per la Coca-Cola da La Verde Stagione, Formula 3, Edoardo Bennato, Circus 2000 e Balletto di Bronzo?
Sì, come no? Ne girammo uno vero e proprio, trasmesso durante il carosello serale. Si apriva la tendina, ci presentava Gianni Boncompagni, e noi eseguivamo La Verde Stagione. Ne facemmo altri quattro o cinque, più brevi, che erano delle vere e proprie reclàme. In uno di questi, in cui eravamo seduti su un muretto con delle bottiglie di Coca-Cola e dei panini, c’era con noi anche Edoardo Bennato, un altro bravo ragazzo di cui ho un buon ricordo.
So che hai realizzato un metodo per chitarra pubblicato dalla Ricordi (“La chitarra” di Patrizio Ihle. NdR), a quali attività si stanno occupando gli altri componenti del gruppo?
È vero, ho scritto questo metodo perché sono tanti anni che, oltre a comporre, insegno chitarra. In questo libro cerco di fare arrivare l’allievo ad ottenere risultati gratificanti in breve tempo, partendo dagli accordi, in modo da non frustrarlo e farlo appassionare sempre più allo studio dello strumento. Il riscontro positivo di questo metodo ha portato ad un progetto editoriale più complesso, che prevede un secondo volume a breve ed un terzo con un cd allegato e le trascrizioni di celebri assoli rock. Continuo a dare lezioni di chitarra, insegno nelle scuole, ma, soprattutto, compongo musica di vario genere.
Per quanto riguarda gli altri: Luca ci ha lasciato, purtroppo, un mese fa, Lando si occupa di impiantistica da palco e Fabrizio ha una sala di registrazione e dà anche lezioni di batteria.
Hai la possibilità di essere letto da molte persone e per qualcuno potreste essere dei perfetti sconosciuti, cosa vorresti dire loro? E agli amici del sito della N1?
Per chi ci ha ascoltato e seguito, posso dire che avremmo potuto fare di più se non c’avessero incanalato in un genere lontano da ciò che volevamo fare. Chi, invece, non ci conosce e ha la possibilità di ascoltare la nostra produzione, può trovare, se lo fa con attenzione, delle idee e degli arrangiamenti, abbastanza innovativi per l’epoca in cui sono stati realizzati.
Discografia
come La Verde Stagione:
La verde stagione/Lacrime sul cuscino
Numero Uno ZN 50003, 1969
Milioni di domande/Come una rondine
Numero Uno ZN 50031, 1970
Senza Elisa/Stella stella
Numero Uno ZN 50 121, 1971
L’onestà/Al nord
Numero Uno ZN 50141, 1972
come Lando e Luca:
Io l’amo più di te/Ti fai tanto desiderare
Ricordi SRL 10.349, 1964
Quello che ho perduto/Seduto per terra
Equipe EQ 0113, 1968
Il nostro mondo/Gocce di rugiada
Ri-Fi RFN 16695, 1977
come Gems:
Innamorati unitevi/Seduto per terra
Equipe EQ 0112, 1967
come Tavola rotonda:
Principessa/Destino
Ri-Fi RFN 16542, 1973