Rarities

RARITIES Finalmente, dopo quasi due mesi dall’ultimo articolo per gli auguri delle festività natalizie, torniamo a dare nostre notizie aggiungendo l’antologia Rarities e, contestualmente, inaugurando la pagina dedicata al decennio 2020-2029.
Sono presenti tutte e tre le versioni: CD, CD distribuito in edicola e LP, di quest’ultima sono consultabili solo la copertina e le etichette: stiamo studiando come scannerizzare al meglio il resto della pubblicazione. A tal proposito un sentito grazie va a Franco Squadroni per le scan.

Cosa manca? A nostra memoria solo il cofanetto MASTERS 2, ma arriveremo anche lì, prima o poi.
A tal proposito, ci sono arrivate svariate email che lamentavano la pessima qualità audio e la presenza di refusi sul libretto. Grazie per averci informato su quanto sapevamo già (i due CD oggi in linea fanno parte del nostro archivio), rispondiamo con un fatto vissuto (quasi) in prima persona:

Tito Schipa (1888-1965) è stato IL tenore di grazia per eccellenza del Novecento. Durante la sua attività artistica (1909-1955), ha registrato tanto materiale (grazie al Cielo), su svariati supporti, quantomeno quelli che esistevano all’epoca, un periodo altamente sperimentale per i nuovi mondi audio e video.
Pensate, che per creare l’effetto di dissolvenza, i cantanti (che registravano in diretta con l’orchestra) venivano posti su un carrello e allontanati / avvicinati dal microfono dai tecnici!
Orbene, negli anni Novanta, trovarono delle sue incisioni degli anni Venti su supporti di legno, sì, proprio dischi di legno e per ridurre lo scricchiolio durante il riversamento digitale, li suonarono tenendoli in bagno d’olio.
Un centinaio di anni dopo la registrazione di quelle canzoni e una ventina dal loro restauro, ci troviamo a ascoltare materiale di Battisti degli anni Settanta (le cui bobine originali dovrebbero essere conservate nel famoso hangar nel nord Europa) messo in vendita con scricchiolii, missaggi differenti tra brani e quant’altro un ragazzo di sedici anni con un computer entry level, una scheda audio da un paio di centinaia di euro e il programma Audacity avrebbe potuto risolvere.
Materiale, evidentemente, fornito dal mercato collezionistico (che sempre sia ringraziato).

Riguardo ai refusi è una storia recente, ma ormai vecchia: scompaiono gli artigiani e anche i correttori di bozze.
Alle Elementari, le maestre solevano dire: «Rileggete bene quel che scrivete».

Forse sono cambiati i tempi, forse siamo noi ad essere troppo esigenti per l’attuale mercato discografico.