1° ottobre 1978. Durante l’irruzione nel covo delle Brigate Rosse in via Monte Nevoso a Milano, i carabinieri fanno una bizzarra scoperta. Insieme a preziosi e controversi documenti, fra cui i memoriali di Aldo Moro, assassinato pochi mesi prima, trovano, allineati con cura in uno scaffale, tutti i dischi di Lucio Battisti. A lungo osteggiato dalla sinistra perché sospettato di nutrire simpatie neofasciste, il padrone incontrastato delle hit-parade di quegli anni scopre così che, mentre sferravano l’attacco al cuore dello Stato, i comunisti rivoluzionari ascoltavano la sua musica e canticchiavano i suoi ritornelli. Curioso destino, per chi si è sempre proclamato orgogliosamente un disimpegnato, un «disi-tutto», mantenendo una rigorosa separazione tra impegno politico e creatività artistica. Eppure, canzoni come Emozioni, Mi ritorni in mente, Acqua azzurra, acqua chiara, Fiori rosa, fiori di pesco, Una donna per amico, per citare i titoli più noti, hanno scandito il ritmo non solo di un’educazione sentimentale ma anche di una transizione politica, sociale e culturale che ha coinvolto milioni di persone. Leo Turrini ripercorre l’avventura artistica e umana di Lucio Battisti facendone lo specchio delle cronache difficili e intense dell’Italia tra gli anni Sessanta e gli anni Novanta. Sullo sfondo di un paese che cambia, si snoda il suo viaggio davvero unico. Da Poggio Bustone, nell’entroterra laziale, dove sin da bambino aveva coltivato la passione per la musica, alla California, dove nel 1977 tenne in un bar il suo ultimo, segreto concerto… |
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